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OMOTOSSICOLOGIA

11 Settembre 2018 Rimedi Naturali

OMOTOSSICOLOGIA

Dr Michel MALLARD medico chirurgo specializzato in Fisiologia della Nutrizione

COS’È LA OMOTOSSICOLOGIA ?

Agli inizi degli anni 50, il Dr Hans Heinrich Reckeweg (1905-1985), omeopata, scienziato appassionato e eccellente clinico, affermava : “…un giorno costruirò un ponte tra l’omeopatia e l’allopatia”.
In 60 anni questo ponte è stato realizzato e chiamato “Omotossicologia”, un nuovo modo di concepire la malattia, di studiare il malato, e di curare le patologie.

Omotossicologia Dott. Reckewweg

Omotossicologia Dott. Reckewweg

A cominciare per la definizione della malattia : “le malattie sono l’espressione della lotta dell’organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sono l’espressione della lotta che l’organismo compie naturalmente per compensare i danni provocati irreversibilmente dalle tossine”.
Lo stata di malattia si verifica quando gli organi emuntori (reni, fegato, vie biliari, polmoni, pelle, intestino) non riescono più a scaricare correttamente il carico tossico.
I farmaci omotossicologici stimolano la capacità di auto guarigione del paziente attraverso il ripristino delle sue capacità metaboliche, enzimatiche, immunologiche ed emuntori ali.
Al contrario, i farmaci di sintesi tolgono il sintomo, e la malattia prosegue verso la cronicizzazione.
Il genio di Reckeweg si è anche realizzato in un’innovativa visione della farmacologia con la creazione di farmaci omeopatici complessi in diluizione decimale e l’introduzione di nuovi ceppi di nosodi, di organo derivati di suino, di catalizzatori del ciclo di Krebs e di chinoni.
Di fondamentale importanza anche la formulazione dei “preparati composti”, formulati secondo principi di sinergismo, complementarietà e completezza d’azione, caratteristiche che conferiscono a questi farmaci una grande maneggevolezza e linearità prescrittiva e un’elevata efficacia terapeutica, come confermato dai numerosi lavori sperimentali, sia in vitro che in vivo.
In sintesi l’omotossicologia, pur affondando le sue radici nell’omeopatia classica, volge lo sguardo alla moderna fisiopatologia e a questa si rifà in sede di diagnosi, tornando però ad avvalersi di sostanze preparate secondo i canoni della farmacopée omeopatica in sede di terapia.
A partire dalla seconda metà degli anni 80, la ricerca nel campo della fisiologia de della biologia molecolare ha fornito sempre maggiori prove del ruolo fondamentale delle cosiddette “molecole messaggere”, ormoni, neuro peptidi, citochine e fattori di crescita in tutti i processi fisiologici e patologici disegnando nuovi scenari in campo farmacologico.
Nei primi anni 90, in Italia, si è sviluppato la Medicina Fisiologica di Regolazione, utilizzando delle preparazioni di citochine, ormoni, neuro peptidi a bassissimi dosaggi. A bassa concentrazione queste molecole rimangono messaggere senza avere gli effetti collaterali delle alte dosi.

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FITOTERAPIA

2 Maggio 2018 Rimedi Naturali

FITOTERAPIA

Dr Michel MALLARD medico chirurgo specializzato in Omeopatia

COS’E LA FITOTERAPIA ?

La fitoterapia è un termine inventato nel 1913 dal greco “phytòn” (pianta) e “therapéia” (cura), dal medico francese Henri Leclerc autore del trattato “ Précis de phytothérapie” (1922), che significa curare con le piante o loro estratti.

ORIGINE DELLA FITOTERAPIA

L’utilizzo di piante medicinali precede l’origine della scrittura. Le conoscenze sulle erbe erano trasmesse oralmente. Nel corso degli anni, in qualsiasi parte del mondo, l’uomo ha sempre fatto uso di piante per curarsi.
I guaritori della Steppa e gli sciamani dell’Amazzonia usano da sempre decotti e unguenti per curare i malati.
I più vecchi documenti disponibili sulla fitoterapia sono le tavolette dei medici Sumeri di Nippur (esposte nel Museo del Louvre di Parigi), seguite dalle tavolette assiro-babilonese di Ninive.
La bibbia fa riferimento all’uso di piante medicinali.
Il primo medico egizio conosciuto è Immhotep, circa 2700 a.C.. Il papiro di Smith e quello di Ebers o ancora di Kabun (1840 – 1972 a.C.) fanno vedere l’uso di piante.
I muri del tempio di Karnak sono dipinti di piante medicinali come l’Iris o il Melagrano. Il fiore di Loto (Nymphaea coerulea) legato al culto di Osiris, è conosciuto per le sue proprietà narcotiche che può essere all’origine dello stato di estasi sciamanica ricercato dai sacerdoti. Nell’antico Egitto si usa oppio, cannabis, elleboro per procurarsi stato d’ebbrezza.
Gli scritti greci rivelano l’uso delle piante medicinali nel 4°secolo a.C. I storici greci d’un secolo a.C. descrivono una ricca flora medicinale costituita dagli Armeni. Aristotele inizia la sua carriera come preparatore di farmaci fitoterapeutici, Teofrasto, allunno di Aristotele è il primo a stabilire un metodo scientifico per classificare le piante basandosi sugli scritti botanici di Aristotele. Pythagore conosce le proprietà del cavolo, della mostarda e della scilla. L’Odissea fa referenza all’uso del Nepenthes, droga egiziana neurolettica usata contro l‘ira e la tristezza. Diocle di Caristo scrive il primo erbario greco nella prima meta del IV° secolo a.C. Ippocrate (460-370 a.C.) è il primo medico dell’epoca a fissare un metodo scientifico, tagliando gli aspetti di magia della sua cultura da fonti egiziane e stabilendo un metodo diagnostico e pronostico.

Ippocrate, usa 400 rimedi, la maggior parte di origine vegetale.
In particolare prescrive:
• Dei narcotici : mandragora, oppio e giusquiamo
• Dei febbrifughi : assenzio, fiordaliso
• Per vomitare : asarum, elleboro
• Dei purgativi : colocynthis, brionia, mercuriale, euforbia, scamonea
• Contro la febbre della malaria : potentilla quinquefolia
È probabile che Ippocrate beneficia delle conoscenze della Medicina Ayurvedica attraverso le comunicazioni già sviluppate con l’Asia per via di terra o di mare.

La Scuola Alessandrina raccoglie intorno a sé i botanici e medici più preparati del medio-oriente, trasmettendo la tradizione araba all’Europa medioevale. Gli erbari scritti da questa scuola sono quelli di Erofilo (323 a.C.), Apollonio (220 a.C.) e Mitridate (132-63 a.C.).

La Medicina Tradizionale Cinese usa le piante dal millennio prima di Cristo ad oggi.

Il primo libro di Fitoterapia Cinese è il “Bencao Jing”, la suo origine sarebbe attribuita all’Imperatore Shennong (2800 a.C.), ma i ricercatori attribuiscono la sua scrittura tra il 300 a.C. e il 200.

Questa opera è composta da 3 volumi : il primo comprende 120 piante innocue ma stimolanti delle funzione fisiologiche : ginseng, arancia, cannella, reishi, giuggiola, liquirizia;
il secondo è dedicato a 120 piante, più o meno tossiche per curare i malati : cetriolo, zenzero, peonie,ecc.;
il terzo contiene 125 piante velenose con azione violenta sulle funzioni fisiologiche : nocciolo delle pesca, rabarbaro, ecc.
Nella Roma antica, Plinio il Vecchio scrive una enciclopedia “Naturalis Historia” di 37 volumi di cui 7 sull’uso medicinale delle piante. Galien (medico greco nato in Asia minore) è famosa per la preparazione di formule fito-terapeutiche. Lascia il suo nome alla “preparazione galenica” utilizzata nella nostra farmacia.
La tradizione della farmacopea dell’Armenia si ritrova nell’Enciclopedia della farmacologia armenia nel 1482 dove il medico Amirdovlat Amasiatsi descrive 1000 piante curative.
Numerosi trattati sulle piante medicinali sono spariti negli incendi provocati dalle guerre dell’epoca.
Dalla Gallia, rimane poche tracce dell’uso delle piante. E la specialità dei druidi. La più famosa è la storia del vischio (viscum album) pianta parassita della quercia a forma di tumore sul ramo e che si moltiplica come delle metastasi. I druidi, usano questa pianta simbolica di vita eterna in diverse preparazioni. Gli studi moderni hanno scoperto che il visco contiene delle proteine, le viscotossine dalle proprietà anti-tumorali.
Dopo la caduta dell’impero romano, alcuni libri delle medicina romana, sono conservati dai Monachi Benedettini del Monte Cassino. Da lì, la coltura medica è per secoli trasmessa di monasteri in monasteri in Europa fino a poco fa.
Dopo il periodo greco-romano, la civiltà araba continua l’opera fitoterapeutica. A Bagdad, il califfo Almanzor crea un’Accademia dove tutte le scienze sono riunite. Nel 750 d.C. About Moussah Djafar al-sofi, detto Geber, crea la scuola dei chimici arabi, che durante tutto il medioevo sviluppa elisir e preparazioni galeniche. Per esempio, perfeziona gli apparecchi per la distillazione inventati in Mesopotamia, creando l’alambicco nel IX° secolo. Il suo creatore, Rhazès scrive anche un’Enciclopedia medica. Nell’Andalusia, a Cordoba, due califfi della dinastia Umayyad creano un centro culturale scientifico nel X° secolo, dove la botanica e la medicina tengono un ruolo fondamentale riunendo l’eredità persica, greco-latina, cristiana, araba e dell’Asia minore. Hanno un esemplare del Dioscoride greco, famoso per le sue numerose descrizioni botaniche delle piante medicinali e lo traducono completamente facendo venire il monaco Nicolas da Costantinopoli. Questo centro di Cordoba diviene molto famoso, a tal punto che Abulcasis (936-1013), medico arabo, riceve pazienti da tutta l’Europa.
Nel 980 d.C., in Persia nasce Avicenne “Ibn Sina”(nel 1000 d.C.), studioso da giovane, riesce all’età di 16 anni a guarire l’Emiro d’una patologia allo stomaco resistente alle cure dei medici della Corte.
Scrive numerosi libri di cui il famoso “Canon midicinae” che presenta 785 droghe di origine animale, vegetale e minerale.
L’ XI° secolo è l’epoca della medicina ispanico-araba. Abul Casis scrive l’Enciclopedia Farmaceutica con numerosi disegni di piante e di strumenti di laboratorio.

I grandi medici del XII° secolo sono stati Aben Sour, Averroès e il famoso medico teologo e filosofo, Moshe ben Maymon detto Maimonide. Egli propone di curare l’asma in Aprile, prima della crisi dovuta ai pollini, con la liquirizia, la altea officinalis, l’anchusa officinalis, l’adianum capillus veneris, il finocchio, l’idrolato di rose e la menta pulegium. Se l’asma non è migliorata, ha altre 18 formule composte di piante, per superarla. E così via per altre patologie. In questo periodo nasce una facoltà di medicina a Madrid. El-Ghafeky scopre 200 nuove piante medicinali, attraverso i suoi viaggi in Egitto, Arabia, Iraq e Siria e le inserisce dentro la sua immensa enciclopedia pubblicata in Spagna verso il 1230.

La scuola medica Salernitana al sud di Napoli creata nel X° secolo è considerata la prima Facoltà di Medicina del Medioevo. La medicina e la chirurgia sono insegnate da uomini e donne a studenti di entrambi i sessi, sia teoricamente che praticamente. All’inizio dell’ XI°secolo, la fitoterapia araba è insegnata a Salerno, grazie all’immenso lavoro di traduzione di Constantino l’Africano, monaco dell’Abbazia del Monte Cassino. Essa completa quella greco-romana già ereditata dalla stessa Abbazia. Il periodo d’oro di questa Scuola dura due secoli. Essa ha anche il suo giardino botanico.

Questa Facoltà pubblica diverse opere, tra cui il “Regimen sanitatis”, “lAntidotario di Nicolas Préposite” e il “flos Medicinae”. La Medicina Salernitana è olistica perché ha i suoi riferimenti più importanti nella tradizione ippocratico galenica dove il corpo umano è considerato nella sua interezza come un microcosmo all’interno del macrocosmo della natura.

 


Dopo Salerno, per gelosia, il Re di Sicilia, Roger crea una altra scuola a Napoli.
A Montpellier è creato un centro culturale da arabi e ebrei che nel XIII° secolo i Papi trasformano in una Università di Medicina di fama internazionale.
Nel Medioevo, in Francia le abbazie proseguano la pratica della fitoterapia. Sfortunatamente, i loro archivi sono distrutti dalla Rivoluzione Francese, tranne quelli :
• dell’abbazia di Wissembourg che scrive un libro di 74 specie di piante medicinali che possono essere coltivate
• dell’ l’abbazia di Hohnenburg dove la badessa Herrade descrive numerose piante medicinali e la cura di diverse patologie come la pesta, la variola, la scabbia, gli ulceri varicosi, ecc.

• del Convento di Schwarzenthamm dove nel 1154, è pubblicato un libro sulla fitoterapia : il ”Guta-Sintram” nel quale la monaca Guta descrive le piante e il canone Sintram di Marlach le illustra. L’originalità è di contenere un “calendarium” che da i consigli d’uso per ogni mese. Per esempio : “in marzo mangia delle radice di rapa e bevi il decotto di Agrimonia Eupatoria”, “in agosto non consumare cavolo e malva che producono bilia nera”, “in settembre mangia il porro crudo o cotto per ammorbidire il sangue, rilasciare il ventre, guarire i polmoni, bevi dei decotti di zenzero e di mastix”
La diffusione della fitoterapia dal IX° secolo fino ai tempi moderni è realizzata dai farmacisti e erboristi che hanno il compito di raccogliere e conservare le piante medicinali.


Nel XIII secolo, Londra è il più grande centro per il commercio delle spezie e delle erbe. In parallelo a questa diffusione, si è sempre trasmessa la coltura popolare e contadina dell’uso medicinale delle piante raccolte localmente.
Nel XV°secolo William Caxton, traduttore e diplomatico inglese, traduce diversi libri d’ erboristeria dal francese all’inglese.

Nel 1652 Nicholas Culpeper, medico e botanico inglese pubblica “The English Physician” e nel 1653 “Complete Herbal” che contengono una vasta conoscenza di fitoterapia.
Dall’Ottocento in poi, il progresso della chimica permette di isolare i principi attivi contenuti nelle piante medicinali: la morfina dall’Oppio nel 1805, l’emetina dalla radici di Uragoga Ipecacuana nel 1817, la stricnina dalla Nux Vomica nel 1818, la chinina dalla Cinchona nel 1820, la colchicina dalla colchicum autumnale nel 1833, la digitalina dalla digitale nel 1844, , e cosi via.
Una volta isolato il principio attivo, i chimici provano a fabbricarlo. Un esempio storico è la fabbrica dell’acido salicilico nel 1870 per copiare la salicina isolata dalla corteccia di salice (salix) da M. Leroux, nel 1827. Il prezzo della sintesi costa 10 volte meno di quello dell’estrazione. Nel 1897, il laboratorio del colorificio Bayer, sostituendo un fenolo dell’acido salicilico con l’acetile, crea il primo farmaco di sintesi nuovo, che non era una copia di uno della natura. E brevettato con il nome di Aspirin.
Questo recente passaggio alla chimica farmaceutica è all’origine della drastica riduzione della farmacopea naturale vegetale dei paesi industrializzati. Invece rimane in pieno uso, nei paesi poveri.
La chimica farmaceutica non fa vedere solo dei vantaggi considerevoli, ma anche degli effetti dannosi, e non sintetizza tutti i principi naturali, quindi con conseguenza di privare l’uomo di possibilità di cura. Questa presa di coscienza provoca un ritorno d’interesso verso le droghe vegetali.
Visto l’uso esteso a livello mondiale della fitoterapia, l’Organisation Mondiale de la Santé (OMS), stabilisce che le piante o i preparati vegetali, venduti in Erboristeria o in Farmacia, debbano rispondere a requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia terapeutica.
Le piante della Farmacopea con principi attivi tossici, possono essere rilasciate solo dai farmacisti in presenza di ricetta medica.
In Italia (progetto in corso), le altre piante, se non sono di tipo alimentare, dovrebbero essere vendute solo da un erborista in possesso di un Diploma Universitario in Tecniche Erboristiche o della Laurea in Farmacia o in Scienze Biologiche o in Scienze Agrarie o in Chimica e tecnologia farmaceutiche.

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TERAPIA BATTERICA VAGINALE

17 Aprile 2018 Rimedi Naturali, Terapia Batterica

TERAPIA BATTERICA VAGINALE

COS’È LA TERAPIA BATTERICA VAGINALE?

È la somministrazione per via intra-vaginale di ovuli o compresse a rilascio di fermenti, tipo lattobacilli, con lo scopo di colonizzare la vagina e antagonizzare la proliferazione di patogeni come ad esempio Candida Albicans, Gardnerella, Streptococcus Agalactiae, responsabili di vulvo-vaginiti e vaginosi.
La flora vaginale fu scoperta, nel 1892, da Albert Doderlein, osterico tedesco, che descrisse e identificò le caratteristiche di questi batteri, appartengono principalmente alla specie Lactobacillus acidophilus.
Al livello terapeutico, possiamo intervenire con dei batteri specifici provenendo da ceppoteche che garantiscono la qualità.

Per esempio :
LACTOBACILLUS FERMENTUM LF10
Azione batteriostatica e battericida
Azione inibente su Candida

LACTOBACILLUS ACIDOPHILUS LA02
Abbassa i valori del pH

LACTOBACILLUS RHAMNOSUS GR-1 e LACTOBACILLUS REUTERI RC14
Riduzione del 60% della vaginosi batterica
foto lactobaccilus reuteri

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TERAPIA BATTERICA ORALE

17 Aprile 2018 Rimedi Naturali, Terapia Batterica

TERAPIA BATTERICA ORALE

COS’È LA TERAPIA BATTERICA DEL CAVO ORALE?

Il microbiota del cavo orale (concetto di Joshua Lederberg, premio nobel in microbiologia) è composto di più di 700 specie di batteri ripartiti in circa 40% di firmicutes, 30% di proto batteri, 20% di bacteroides, 5% di actinobacteri, 5% di fuso batteri; costituendo il biofilm protettore.
La funzione del microbiota del cavo orale è principalmente la difesa contro gli agenti patogeni responsabili di infezioni come le tonsilliti, le gengiviti, le parodontite, le carie, ecc. e di conseguenze a distanza tipo polmonite, ictus, patologie cardiovascolari, e patologie provocate da focolai (per es. granuloma apicale).
Mantenere l’equilibrio del microbiota orale, attraverso igiene orale e corretta alimentazione è fondamentale per la prevenzione dell’alterazione del biofilm.
Al livello terapeutico preventivo e profilattico , possiamo intervenire con dei batteri specifici provenendo da ceppoteche internazionali che ne garantiscono la qualità.

Per esempio :
INFEZIONI DELLE TONSILLE, DELLA MUCOSA ORALE E DELLA LINGUA

Il cepo Streptococcus salivarius K12 sciolto in bocca la sera, permette di ridurre l’insorgenza :
– delle infezioni faringo-tonsilari ricorrenti da streptococco beta-emolitico del gruppo A e delle otite medie acute , grazie alla produzione di salivaricine A2 e B,
– delle faringo-tonsilite virale, grazie all’incremento di IFN-gamma
– alitosi cronica, grazie alla produzione di salivaricina A2
– candidosi orale, grazie all’azione anti-ife
– gengivite e stomatite, grazie alla riduzione di IL-8

CARIE DENTARIA E PARODONTITE

Il cepo Streptococcus salivarius M18 sciolto in bocca la sera, permette di ridurre l’insorgenza :
delle carie dentarie, grazie ad una riduzione della cario-recettività dovuto alla produzione di salivaricina M anti Streptococcus mutans, principale responsabile della carie dentale. Ma anche alla produzione di dextranasi in grado di distruggere il dextrano della placca dentale.
Delle parodontite, grazie ad un azione antiinfiammatoria (anti-IL-6 ed anti-IL-8)
della contaminazione del neonato con Streptococcus mutans, Streptococcus sobrinus e attinomiceti al momento della nascita, se Streptococcus salivarius M18 viene consumato dalla donna nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.

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TERAPIA BATTERICA NASALE

17 Aprile 2018 Rimedi Naturali, Terapia Batterica

TERAPIA BATTERICA NASALE

COS’È LA TERAPIA BATTERICA NASALE?

È la somministrazione per via nasale di un spray di probiotici per la cura di riniti e otiti.
Il microbiota nasale è composto di circa al 50% di actinobacteri, 28% di firmicutes, 14% di proto batteri e 8% di ciano batteri.
E stato dimostrato che le abilità olfattive siano correlate al microbioma nasale.
Al livello terapeutico, possiamo intervenire con dei batteri specifici provenendo da ceppoteche che garantiscono la qualità.

Per esempio :

STREPTOCOCCUS SALIVARIUS 24SMBc e STREPTOCOCCUS ORALIS 89°

Battericida contro Streptococcus pneumoniae, Streptococcus piogene, Moraxella catharralis, Haemophilus influenzae principali responsabili dell’Otite Media Acuta e delle rinosinusite

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TERAPIA BATTERICA GASTRO INTESTINALE

17 Aprile 2018 Rimedi Naturali, Terapia Batterica

TERAPIA BATTERICA GASTRO-INTESTINALE

COS’È LA TERAPIA BATTERICA GASTRO-INTESTINALE?

La partita tra i batteri saprofiti (i buoni) della flora intestinale e i germi potenzialmente patogeni si gioca sopra una superficie di circa 300 metri quadrati, più o meno uguale ad un campo da tennis, su una lunghezza di 7 metri. L’insieme di microorganismi simbiotici che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo è chiamato microbiota.

Un giusto equilibrio deve stare tra loro per dare all’organismo le potenzialità di stare in buona condizione di salute. L’alterazione della composizione del microbiota intestinale causa la disbiosi intestinale che è all’origine del 60% delle malattie del nostro tempo.
In caso di disbiosi intestinale, uno degli elementi fondamentali della cura è la terapia batterica, cioè l’uso di probiotici.
Nell’intestino albergano circa 500 specie batteriche, sia anaerobiche (bifido batteri), localizzate nel colon, che aerobiche (lattobacilli), concentrate nel tenue.
Questa complessa popolazione di cellule batteriche contenute nell’intestino sono circa 10 volte il numero totale di cellule dell’individuo stesso (100.000 bilioni di batteri totali per un peso di circa 2 Kg).
La flora batterica intestinale è in grande parte acquisita alla nascita e durante l’allattamento, permettendo in condizioni normali una perfetta simbiosi con l’organismo per tutta la durata della vita.
Nel rapporto simbiotico fra l’organismo umano e la flora intestinale, l’uomo (ospite) fornisce materiale in digerito per il sostentamento dei batteri.
In compenso, questi microorganismi simbioti svolgono funzioni utili all’uomo. Quando la flora batterica e l’organismo vivono in perfetta armonia, si parla di eubiosi.

 

LE FUNZIONI DELLA FLORA BATTERICA INTESTINALE SONO:

 

FUNZIONE TROFICA

La flora batterica garantisce l’integrità della mucosa intestinale. Attraverso la fermentazione dell’indigerito alimentare, i probiotici producono acido acetico, propionico e butirico, fonte energetica per le cellule epiteliali dell’intestino. I probiotici stimolano la secrezione di mucine, IgAs, acidi grassi a catena corta(SCFA) e stabiliscono le tight junctions.

FUNZIONE PROTETTIVA CONTRO BATTERI PATOGENI

Effetto barriera della mucosa intestinale
Riduzione del pH intraluminale
Producono delle sostanze antimicrobiche (anti adesione di patogeni all’epitelio intestinale e batteriocine che uccidono i patogeni)
Competizione per loci di adesione epiteliale (occupazione del campo)

FUNZIONE IMMUNITARIA

I probiotici agiscono come stimolo immunitario e modulano i componenti del sistema immunitario intestinale ad azione pro-infiammatorio (il 70% del sistema immunitario) : aumento della sintesi di citochine antiinfiammatorie e riduzione della sintesi di citochine pro infiammatorie.

FUNZIONE DIGESTIVA

La flora batterica intestinale favorisce i processi digestivi e l’assorbimento di oligoelementi e minerali (es. magnesio, calcio, ferro), mantenendo sana ed efficace la mucosa intestinale.
REGOLATORE DELL’ALVO per prevenire diarrea e costipazione

FUNZIONE NUTRITIVA

La flora intestinale produce alcune vitamine, (come la vitamina B12 e la vitamina K) e alcuni aminoacidi (arginina, glutamina, cisteina).

FUNZIONE DETOXICANTE

I probiotici intervengono nel metabolismo degli acidi biliari e della bilirubina.
Nella disbiosi intestinale , si assiste ad una iperproliferazione di patogeni, che possono anche colonizzare altre aree corporee, provocando, per esempio, infezioni vaginali, respiratorie e dentali.
Nella disbiosi, viene meno la funzione trofica dei probiotici, e quindi si verifica una compromissione della permeabilità intestinale (Leaky Gut Syndrome). Di conseguenza, si sviluppano intossicazioni (maggiore parte delle così dette “intolleranze alimentari”), allergie e malattie autoimmuni, provocate da molecole non digerite, assorbite e riconosciute come estranee dal sistema immunitario.

La disbiosi può anche aumentare il tempo di transito delle feci, causando l’alterazione di varie sostanze nutritive che porta alla formazione di amine tossiche (cadaverina, putrescina, indolo e scatolo).
Le cause della disbiosi sono :
Alimentazione povera di fibre e ricca di cibi raffinati (amidi, zuccheri)
Consumo di latticini in caso di sindrome di malassorbimento del lattosio.
Scarsa masticazione.
Abuso di farmaci : antibiotici, cortisone, analgesici, sonniferi, antidepressivi, lassativi.
Intossicazione da metalli pesanti come il mercurio degli amalgami dentali.
Inquinanti contenuti nei cibi (coloranti, solventi, ormoni, pesticidi, ecc.)
Cibi modificati (il grano di oggi contiene 40 volte di più di gliadine che quello del secolo scorso)
Parto cesareo e allattamento artificiale
Disbiosi in corso di gravidanza con trasmissione al feto
La cura della disbiosi è composta da :
Probiotici in alta quantita (> 5 miliardi per buste) provenanti da cepoteca che ne garantisce le proprietà specifiche e la biodisponibilità. La scelta dei probiotici da prescrivere può essere aiutata dall’analisi del microbioma intestinale.

Prebiotici farmaceutici (FOS, inulina) integrati in proporzioni tale da riequilibrare la percentuale di equilibrio tra i probiotici.
Prebiotici alimentare della frutta e verdura come cicoria, carciofo, porri, asparagi, aglio, soia, avena.

Le indicazioni della terapia batterica intestinale sono :
Coliche dei neonati
Diarrea acuta infettiva
Infezione da Clostridium difficile
Diarrea da antibiotici
Eradicazione dell’Helicobacter pylori
Disbiosi intestinale
Intolleranze alimentare (intossicazione da alimenti)
Morbo celiaco e gluten sensitività
Sindrome Overgrowth dell’intestino tenue (SIBO)
Aumento della permeabilità intestinale (Leaky Gut Sindrome)
Allergia alimentare
Dermatite atopica
Intolleranza al lattosio
Enterocolite necrotizzante
Malattia infiammatoria cronica intestinale (Morbo di Crohn, colite ulcerosa)
Pouchitis
Sindrome del colon irritabile
Disturbo funzionale intestinale
Steatosi epatica
Obesità
Dislipidemia
Diverticolosi colica
Encefalopatia epatica
Stipsi cronica
Emorroidi
Diabete tipo 2
Prevenzione diabete gestazionale
Patologie autoimmune
Vaginite
Cistite
Acne digestiva
Abbassamento delle difese immunitarie
Prevenzione delle infezioni delle vie aeree superiori
Linfatismo (ORL)
Gravidanza
Eczema, asma
Psoriasi
Micosi recidivanti
Morbo di Alzheimer
Artrite reumatoide
Neoplasia
Fibromialgia
Cefalea cronica, emicrania
Malassorbimento dei macronutrienti e micronutrienti
Ipovitaminosi
Depressione, insonnia

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TERAPIA ALIMENTARE

17 Aprile 2018 Rimedi Naturali

TERAPIA ALIMENTARE

Dr Michel MALLARD medico chirurgo specializzato in Fisiologia della Nutrizione

La tradizione popolare è portatrice da sempre delle conoscenze sulle proprietà curative di alcuni alimenti e al contrario delle patologie indotte o peggiorate con altri alimenti. Ogni giorno introduciamo sostanze e bevande che possono far ammalare o risanare.

Come siamo fatti di quello che mangiamo (Feuerbach), si capisce l’importante azione dell’alimentazione su gli organi e le loro funzione. Quindi non basta l’approccio calorico e la ripartizione tra glucidi, lipidi e protidi; c’è anche l’aspetto dei numerosi micronutrienti, presenti nell’alimentazione, che hanno delle propriétà specifiche. Visto la loro importanza, sono stati copiati chimicamente per fabbricare i nutraceutici.

Lungo gli anni, con tanta pazienza e attenta osservazione, i popoli hanno notato le azioni, reazioni e cambiamenti prodotti dagli alimenti sull’organismo. Ma prima di mangiare una pianta sconosciuta, erano attenti alla forma, l’odore ed il gusto e soprattutto al loro istinto “animale”; quello che permette di distinguere ciò di cui abbiamo bisogno da ciò che ci avvelena. Sapori e odori sono l’energia che si libera della pianta e che si mette o no in risonanza con gli organi, provocando un’attrazione o un rifiuto dell’individuo di fronte alla pianta.
Un esempio che tanti di noi hanno vissuto, è di essere attratto a mangiare le mandorle quando abbiamo una stanchezza da carenza di magnesio, tipo al cambiamento di stagione o al contrario, più facilmente, di essere spinto indietro di fronte ad un pezzo di carne avariata.
Alcune culture, molto vicine alle legge della natura hanno integrato lungo gli anni il suo insegnamento.
La più vecchia conosciuta è la Medicina Ayurvedica che da 50.000 anni, cita i benefici del cibo per scopi terapeutici. Più recentemente, i sumeri (4322 a.C.-2000 a.C.) all’origine della Medicina Mesopotamica, insieme ai accadi, assiri e babilonesi avevano già conoscenza delle proprietà delle erbe. Con la loro sedentarizzazione hanno cominciato a coltivare le cereali e di là a creare pane. Hanno imparato l’arte delle panificazione, creando 100 tipi di pane. Poi hanno scoperto il processo di fermentazione, quindi hanno inventato la prima birra. Sono stati probabilmente i primi a scoprire gli effetti dell’alcol.

A proposito della birra dicevano che ha la proprietà di “fare stare bene chi la beveva”.

Delle tavolette scritte in accadico, risalenti al 1700 a.C., dimostrano che nelle cucina erano utilizzate delle piante conosciute per le loro proprietà farmacologiche, come porro, cipolla, aglio, coriandolo, cumino, shuhutinnu, surunno e samidu.
Bella combinazione tra profumi, sapori ed effetti benefici sulla salute.
Per condire, si usava olio di oliva o di sesamo; e per dolcificare si usava miele e frutta secca. Hanno scoperto i processi di conservazione degli alimenti : fumigazione, salinizzazione e immersione nell’alcol.
Mangiavano poco carne rossa (solo quando l’animale aveva finito la sua vita di lavoro nei campi), carne bianca, selvaggina, cavalLette, pesce, cereali (orzo, miglio, frumento), frutta e verdure da loro orti. Sembra che la così detta “dieta mediterranea” ha preso le sue origine in questo periodo di sedentarizzazione dei nomadi.
2800 anni a.C. , ha iniziato in Cina la separazione tra commestibile e non commestibile.
Shen Nong è considerato il primo erboriste.
Ha scoperta che la Portulaca blocca la diarrea. Questa pianta è infestante comune di nostri orti.
Ricca di omega 3 è importante per prevenire le malattie cardiovascolare. 100 gr di foglie di portulaca contengono 350 mg d’ acido alfa-linolenico. Viene utilizzata a crudo per la preparazione di insalate a Napoli dove è abbinata alla rucola o cotta per la minestra o per il ripiano di ravioli, o frittate o sottaceto.
Ma nel mondo delle proprietà curative degli alimenti, la Cina è la Cultura la più particolare. In effetto, la scienza e la medicina cinese hanno da sempre come grandi principi di base le Legge del Dao, come il Yin e lo Yang , che si è completato qualche secolo a.C. con la legge dei 5 elementi (per approfondimenti, leggere nel sito, la presentazione dell’agopuntura).

Quindi tutti gli alimenti sono classificati secondo la loro dominanze Yin o Yang e specificati secondo il loro movimento energetico : di tipo legno o fuoco o terra o metallo o acqua.

Nella Medicina Tradizionale Cinese, oltre l’agopuntura, il medico consiglia una dieta basata su lo squilibrio energetico del paziente. E molto basata sul sapore dell’alimento sapendo che :

L’acido (movimento energetico “legno”, legato alla “loggia fegato / vescica biliare), sapore di primavera, è astringente : ferma traspirazione, diarrea, ipermenorrea.

L’amaro (movimento energetico “fuoco”, legato alla “loggia cuore / intestino tenue), sapore d’estate, elimina il calore e le tossine.

Il dolce (movimento energetico “terra”, legato alla “loggia milza-pancreas / stomaco), sapore d’estate indiano, tonifica le funzioni nutritive, è un fortificante.

Il piccante (movimento energetico “metallo”, legato alla “loggia polmone / intestino crasso), sapore d’autunno, promuove la circolazione energetica e sanguina, protegge dagli attacchi di energie perverse climatiche.

Il salato (movimento energetico “acqua”, legato alla “loggia rene / vescica”), sapore d’inverno, ammorbidisce le cisti e tumori, tonifica il sangue, e facilitando la circolazione dei liquidi, elimina i blocchi.

La Medicina Tradizionale Cinese ha anche descritto l’azione energetiche di ogni singolo alimento sui meridiani.
Per esempio, la noce agisce sul meridiano del polmone, del fegato, del rene e sul cervello e il sangue.
I Cinesi hanno così catalogati gli alimenti per categorie; per esempio quelli in grado di tonificare l’energia quando manca o rimuoverla quando è bloccate, o ancora quelli che nutriscono il sangue o le dinamizzano al bisogno.
Poi sono i riscaldatori usati in caso di patologia da freddo o al contrario i raffreddatore.
C’è anche la classificazione per tropismo di organo.
Nello stesso periodo, Ippocrate (460 a.C. – 377 a.C.) curava già con l’alimentazione e la metteva al primo piano : “Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo”

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NUTRACEUTICA

16 Aprile 2018 Rimedi Naturali

NUTRACEUTICA

Dr Michel MALLARD medico chirurgo specializzato in Fisiologia della Nutrizione

COS’È LA NUTRACEUTICA ?

Nel 1989, Stephen de Felice (fondatore della “Foundation for Innovation in Medicina”) ha creato questo neologismo con due parole : nutrizione e  farmaceutica, per definire l’utilizzazione dei nutrienti che si trovano negli alimenti, nel campo farmaceutico. Da lì sono nati diversi sinonimi, come : alicamenti, pharmafood, farmalimenti, alimenti funzionali. Per estensione, questo concetto si è anche sviluppato nell’industria alimentare, intrudendo nutrienti di sintesi chimica nella fabbricazione alimentare. Un esempio di questo processo di “nutrificazione” è il latte arricchito di vitamina D. Questi sono chiamati “functional foods” negli Stati Uniti.
Nel campo farmaceutico, il nutraceutico è composto di sostanze estratte dalla natura (di origine animale, vegetale, minerale e micro organismi) o di sintesi chimica che compongono la formulazione del prodotto con una sinergia d’azione secondo lo scopo ricercato sulla salute.

L’idea è partita del fatto di poter beneficiare di principi attivi presenti negli alimenti della natura, senza dover mangiare una quantità enorme o di dover mangiare tutti i giorni le stesse piante, senza parlare di alimenti provenienti d’altri continenti.
La definizione ufficiale nella Regolamentazione di numerosi paesi è : “preventivi delle malattie croniche, migliorativi della salute, ritardanti il processo di invecchiamento, favorenti la longevità o sostenitori di alcuni apparati o funzioni corporee”

COSA SONO I NUTRACEUTICI ?

Sono supplementi dietetici, cioè integratori alimentari, nel vero senso della parole :
“prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibra ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate” (cit. www.salute.gov.it).
Per esempio, sono i complessi multivitaminici, gli aminoacidi, glia acidi grassi polinsaturati (omega 3, omega 6), gli antiossidanti, i prebiotici, i probiotici, i simbiotici, gli enzimi digestivi.

La maggior parte dei nutraceutici è d’origine vegetale (frutta, verdura, legumi, piante e specie). Per motivo di costo di produzione, tanti di loro sono stati copiati dalla sintesi chimica come per esempio la quasi totalità delle vitamine in commercio.
Ricordiamoci che alla differenza delle sintesi della natura che fabbrica delle molecole levogire, quindi riconosciute dai recettori cellulari; la sintesi chimica fabbrica delle molecole dove la metà delle quantità è levogira e l’altre destrogira. La parte destrogira non è riconosciuta e si comporta come un tossico che l’organismo deve essere eliminato come tale. L’industria farmaceutica conosce bene questo principio e prova a fabbricare dei farmaci fatti solo della parte levogira, per diminuirne la tossicità del farmaco; ma il processo è un costo aggiuntivo. Un esempio molto conosciuto da tutti i medici è la levofloxacina, parte levogira delle ciprofloxacina.
Quindi consiglio di integrare di preferenza con nutraceutici d’origine naturale.
La legislazione prevede che gli ingredienti sano iscritti sulla confezione; da lì si capisce quelli naturali e quelli di sintesi.
I naturali si riconoscono al nome delle piante seguito di sul modo di preparazione (per es. e.s. per estratto secco o O.E. per olio essenziale), invece quando figurano il nome della molecola, significa che è di sintesi chimica.

CHE EFFETTI HANNO I NUTRACEUTICI ?

Gli effetti sono numerosi, perché interessano tutte le funzioni dell’organismo.
I più comuni sono:

  • Regolatore delle funzioni intestinali
  • Anti astenici
  • Sostegno alla fisiologia della cute e del capello
  • Prevenzione delle malattia cardiovascolare
  • Migliorare le funzioni metaboliche
  • Rinforzo del sistema immunitario
  • Integrazione nutrizionale fisiologica degli nutrienti essenziali (vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi essenziali, enzimi, oligoelementI,ecc.)
  • Azione antiossidante e anti-invecchiamento
  • Sostegno all’attività sportiva
  • Facilitanti dell’attività sessuale
  • Migliora la circolazione
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AROMATERAPIA

16 Aprile 2018 Aromaterapia, Rimedi Naturali

AROMATERAPIA

Dr Michel MALLARD medico chirurgo specializzato in Omeopatia

COS’E L’AROMATERAPIA ?

L’aromaterapia, significa curare (dal greco “terapia”) con gli aromi (dal greco “ aroma”).
È una terapia che utilizza gli oli essenziali e gli idrolati aromatici delle piante medicinali, e che permette il trattamento, preventivo e/o curativo delle malattie fisiche e psicosomatiche.

Dal XX° secolo l’aromaterapia è stata riconosciuta scientifica sia sulla parte conoscenza dell’olio essenziale con la chemotipizzazione (cromatografia in fase gassosa , spettrofometria di massa, ecc.) che sulla parte farmacologica (per es. aromatogrammi come antibiogrammi) o ancora con i studi clinici.

L’aromaterapia scientifica è una branca della fitoterapia.

Le proprietà degli oli essenziali non devono essere confuse con quelle delle loro piante di origine

Solo le piante dette aromatiche producono oli essenziali.

ORIGINE DELL’AROMATERAPIA

La prima pianta aromatica utilizzata nella storia dell’umanità sarebbe il Tea Tree (Melaleuca Alternifoglia Australiana) dagli Aborigeni dell’Australia 40 000 anni a.C.
Sono stati ritrovati in Pakistan dei alambicchi primitivi di terra cotta datati dal 5000 a.C.
alambicchi-di-terra-cotta-per-aromaterapia

L’utilizzo degli oli essenziali era una delle terapia dell’Ayurveda, 7000 anni a.C. e della Medicine Cinese, 3500 anni a.C..
Il più vecchio Trattato di aromaterapia è lo “Pen Ts’ao” da Shen Nung iscritto 4500 anni fa.
Ci sono anche delle prove della sua utilizzo nella storia antica del Bacino Mediteranno :
aromaterapia-nella-storia
• In Egitto : il famoso papyrus d’Ebers consacrato alla medicina dei Faraoni, descrive la distillazione , l’uso terapeutico degli oli essenziale che facevano anche parte delle preparazioni per imbalsamare le mummie. papyrus-d-Ebers
• In Persa : Avicenne “Ibn Sina”(nel 1000 d.C.) perfeziona la tecnica di distillazione. E l’inventore dell’alambicco refrigerato.
• La bibbia descrive l’uso del Nardo Jatamansi, del Mirro e dell’Incenso.
• In Grecia : Ippocrate ne parla nei suoi Aforismi. Teofrasto (300 a.C.) ha scritto il Trattato degli Odori. Dioscoride, medico e naturalista, ha scritto nel primo secolo d.C. “De materia medica” un trattato che descrive le proprietà di 600 erbe medicinali.
Nella Roma antica : Plinio il Vecchio (50 d.C.) nella sua enciclopedia “Naturalis Historia” ha scritto diversi volumi sull’uso delle piante in medicina.
Da questi vecchi tempi, l’aromaterapia, branca delle fitoterapia non ha finito di svilupparsi. La prima Farmacopea Mondiale è stata realizzata in Cina nel 659 d.C.
La prima Università di Medicina ad insegnare l’aromaterapia è stata quella di Salerno, nel XI° secolo, dove la sua opera “Regimen sanitaris salernitatum” riunisce le conoscenze ebree, arabe, greche e latine.

Nel XV° secolo, i farmacisti si chiamano “aromaterii” perché all’epoca l’aromaterapia era la scienza farmaceutica di referenza.
Un aneddoto del XVII° secolo, è stato all’origine di una preparazione galenica antisettica iscritta nel Codex nel 1748 e venduta in Farmacia fino al XX°secolo. Si tratta de ”l’aceto dei quattro ladri” che non si sono ammalati durante l’epidemia di Peste di Tolosa nel 1630, in quanto, questi ladri, per andare a derubare i cadaveri e non contrarre la peste,  avevano un segreto: si spalmavano su tutto il corpo un rimedio a base di oli essenziali di salvia, basilico, rosmarino, aglio, menta, cannella, noce moscata, canfora e ruta.

All’inizio del XX° secolo, insieme allo sviluppo dell’industria alimentare e della profumeria, dei cercatori (Chamberland, Cadéac, Martindale, Coumont, Rochaux e Morel) hanno dimostrato il potere battericida degli oli essenziali,
in particolare l’origano, il timo, la cannella e il rosmarino.

La denominazione “aromaterapia” è stata utilizzata la prima volta da René Maurice Gattefossé nel 1928.
Chimico e Profumiere, ha studiato le relazioni tra struttura chimica ed attività terapeutica degli oli essenziali: origine della loro futura chemio-tipizzazione .
Egli avrebbe trovato l’illuminazione sull’applicazione dei aromi in medicina, dopo un’esplosione nel suo laboratorio, dove essendosi ustionato la mano, ha avuto il riflesso di immergere la mano stessa all’interno di un contenitore di Olio Essenziale di Lavanda Aspic che gli ha tolto immediatamente il dolore e che gli ha permesso una rapida guarigione della sua ferita.
Egli ha pubblicato le sue ricerche nel 1937, nel libro “Aromathérapie”.

Nel 1960, Jean Valnet ha continuato le ricerche di R.M. Gattefossé e ha pubblicato nel 1964, il suo libro di aromaterapia.
Nel 1981, ha creato la Società Francese di Fitoterapia e Aromaterapia. aromaterapia
Nel 1972, Pierre Franchomme ha creato l’aromaterapia scientifica con l’introduzione dei “chemiotipi” che fornisce una vera e propria carta di identità chimica ad ogni olio essenziale.
Negli anni 90, Philippe Mailhebiau ha sviluppato lo studio delle proprietà terapeutiche degli oli essenziali nella sfera psico-emotiva creando il concetto di Caratterologia degli oli essenziali.
Philippe-Mailhebiau

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INTOLLERANZE ALIMENTARI

10 Aprile 2018 Rimedi Naturali

INTOLLERANZE ALIMENTARI

Dr Michel MALLARD medico chirurgo specializzato in Omeopatia

CHE SONO LE INTOLLERANZE ALIMENTARI ?

Le intolleranze alimentari sono le reazioni avverse che l’organismo ha verso alcuni alimenti (definizione dell’American Academy of Allergy Asthma and Immunology).

 

 

 

 

 

 

Sono classificate in 5 gruppi diversi:

  • Le allergie alimentari
  • Le intossicazioni da cibo
  • Le infiammazioni da cibo
  • Le intolleranze alimentari genetiche
  • Le intolleranze alimentari da malattia autoimmune

Le reazioni avverse al cibo sono conosciute dall’antichità.

Ippocrate aveva già descritto gli effetti negativi del consumo alimentare di latte di mucca.
L’European Academy of Allergology and Clinical Immunology, fa la distinzione tra reazioni tossiche e non tossiche.

INTOLLERANZA ALL’ISTAMINA (istaminosi enterale) e DIETA IPOISTAMINICA

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Dott. Michel Mallard
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