Dott. Michel MALLARD medico chirurgo specializzato in Agopuntura e Omeopatia
COS’È L’IRIDOLOGIA ?
L’iridologia è una tecnica di osservazione e di interpretazione della struttura morfologica (trama e macchie) e colori (cromatismo) presenti nell’iride, usata come ausilio diagnostico costituzionale e di tendenza patologica nella Medicina Olistica. L’osservazione dell’iride da delle informazioni utili nell’orientamento verso ulteriori approfondimenti diagnostici (esami di laboratorio, radiografia, ecografia, ecc.).
L’iridologia è basata sul principio per cui gli organi si riflettono nell’iride e così danno delle informazioni di disturbo funzionale prima che si rivela una patologia organica.
Questo approccio permette di effettuare una terapia preventiva mirata.
L’esame iridologico si svolge con una lente d’ingrandimento con luce oppure un iridoscopio.
ORIGINE DELL’IRIDOLOGIA
Porta dell’anima e del corpo, l’iride è sempre stato “a portata d’occhio” dall’Antichità.
Nell’ordine cronologico, i Cinesi, gli Egiziani, i Sumeri – Babilonesi e i Grechi con Ippocrate ,utilizzarono la semeiotica dell’occhio per la diagnosi.
Nella città d’Ur in Chaldea vennero ritrovati dei documenti sulla “lettura delle malattie nei occhi” (700 a.C.).
Hippocrate (460 a.C.-375 a.C.):
“Tali sono gli occhi, tale è il corpo”
Cristo disse a Luca (nuovo testamento):
“Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre”
Philippus Aureolus Théophrastus Bombastus Von Hohenheim detto Paracelsus (1493-1541) alchimista e medico svizzero, scrisse:
“Considerate l’occhio nella testa, con quale arte è stato costruito e come il corpo ha stampato cosi meravigliosamente la sua anatomia nella sua immagine”.
Nel 1558, Giambattista della Porta, primo italiano a studiare l’iride, pubblicò un libro dal titolo “Magia Naturale”.
Egli affermava che:
“la Magia non è nient’altro che la conoscenza del corso naturale delle cose”.
Nel 1670, Philippus Meyens, medico e fisiologo, nel suo libro “Physiognomia Medica” suddivise l’iride in settori corrispondenti alle zone anatomiche del corpo.
Nel 1813, Georg Joseph Beer, oculista a Vienna, scrisse nel suo Trattato delle malattie dei occhi:
“Tutto che agisce sull’organismo non può rimanere senza influenza sull’occhio e viceversa”.
Nel 1886, Ignatz Von Peczely, medico omeopata ungherese, pubblicò la prima mappa iridea, sulla rivista “Homeopatische Monatsblätter”.
La leggenda racconta che Von Peczely, all’età di 11 anni, trovò un gufo caduto da un albero con una zampa rotta, lo raccolse e lo portò a casa, lo curò e si è accorse della presenza di una macchia su un occhio del gufo. Si chiese quindi se la macchia potesse essere comparsa in seguito alla frattura e per verificare la sua ipotesi, ruppe anche l’altra zampa del gufo! A quel punto, la sua ipotesi venne confermata, in quanto, al gufo, comparve un’altra macchia sull’altro occhio.
Questo fu il punto di partenza delle sue ricerche che lo portarono a scrivere un libro, pubblicato nel 1880, intitolato: “Scoperta nel seno della Natura e nell’Arte della Guarigione” il primo testo moderno di iridologia, che venne riveduto nel 1887 da Emil Schlegel e pubblicato nel suo trattato “La diagnosi oculare secondo il metodo di I.V. Peczely”.
Nel 1893, Nils Liljequist, sacerdote e medico svedese pubblicò un libro sulle “Eterocromie dell’iride” (prima di incontrare Peczely) in seguito alle sue constatazioni di cambiamento di colore dell’iride dopo la somministrazione di chinino.
Nel 1897, pubblicò “Die diagnose aus den augen” (la diagnosi dall’occhio).
Nel 1902, Peter Johannes Thiel d’Eberfeld (Germania) pubblicò “Il modo di trovare una malattia dagli occhi” che successivamente venne tradotto in inglese.
Dall’inizio del XX° secolo, l’iridologia si è sviluppata velocemente in Europa, negli Stati-Uniti e anche in Oriente.
Diversi libri sono stati pubblicati:
In Francia, da Léon Vannier (famoso omeopata) nel 1923 “La diagnosi delle malattie dagli occhi” poi da Fortier Bernoville, Léon Walter, Gaston Verdier, H. Benoit, Gilbert Josas, René J. Bourdiol, Serge Jurasunas, Jean Pierre Lancel, Maurice Rubin, André Roux.
In Belgio, da Vauss, Albert-Henry Piette.
In Germania, da André Muller, Leopold Emanuel Erdmann Felke, Eva Flink, Madeleine Madaus, Hoffman, Rilling Ring, Rudolph Schnabel, Maubach, Flink, Kriege, Joseph Angerer, Deck, Vida, Volhard
In Italia, da Siegfried Rizzi che ha compiuto una ricerca per l’individuazione del rimedio policreste omeopatico dall’iride
In Australia, da Jannsen e Dorthy Hall.
In Danimarca da Anderschou.
In Spagna da l’occulista di Bilbao Juan Angel Bidfaurrazaga poi da V.H. Ferrandiz, Adrian Van der Putt, Adrian Vander.
Negli USA, da Henry Edward Lahn (Lane), Henry Lindlahr, Bernard Jensen, J. Haskell Kritzer, F.W. Collins, Marko J. Petinak.
In Africa del Sud, da Alfred Cuddington.
In URSS, da Eugeni Velkhover (Prof. Di Neurologia).