LO STRETCHING

Dr Michel MALLARD medico chirurgo specializzato in osteopatia

COS’E LO STRETCHING ?

Lo stretching o stiramento muscolare è molto praticato sia in ambito sportivo a scopo preventivo di traumi muscolari (stiramenti e strappi) e articolari, che in terapia osteo muscolo articolare e neurologica.

È un metodo americano nato nel 1980 e divulgato in Europa da Bob Anderson.

E una pratica di allungamento muscolare che viene spontaneamente al risveglio di tutti i mammiferi, per essere più disponibili a muoversi dopo un periodo di sonno. In fatti, lo stretching aumenta l’ampiezza e la coordinazione dei movimenti, il risparmio energetico e la forza muscolare.

Nell’ambito sportivo o terapeutico, si pratica dopo un riscaldamento muscolare, che in terapia può essere ottenuto dal massaggio o/e dall’applicazione di ultrasuoni.

È molto importante che l’allungamento non superi la soglia del dolore per non provocare reflessi di contrazione muscolare e che la respirazione rimane normale e tranquilla durante l’esercizio per permettere una buona ossigenazione tendino-muscolare.
Viene indicato quando ci troviamo in presenza di limitazione dell’articolarità o di contratture muscolari. Quindi nella maggiore parte delle patologie ortopediche, reumatologiche ed alcune neurologiche in presenza di spasticità.

COME FUNZIONA LO STRETCHING ?

Ci sono diversi tipi di stretching, il più conosciuto è quello statico, come nel Yoga : l’allungamento muscolare massimo è raggiunto senza molleggi e progressivamente per non stimolare un riflesso contrattile dei muscoli antagonisti e la posizione va mantenuta circa 30 secondi, poi l’articolazione viene riportata in posizione iniziale per terminare l’allungamento.
Gli altri tipi di stretching sono : lo stretching passivo, lo stretching attivo-passivo, lo stretching dinamico, lo stretching balistico, lo stretching di contrazione degli muscoli antagonisti (C.R.A.C. “contract relax antagonist contract”), il metodo di facilitazione neuromuscolare di Herman Kabat (P.N.F. “proprioceptive neuromuscolar facilitation”), il metodo di Fred L. Mitchell “muscle Energy technique”, il “strain e counterstrain” di Lawrence Jones, lo stretching funzionale di Harold Hoover, il C.R.S. “contrazione, rilassamento e stretching”, lo stretching globale attivo scoperto da Françoise Mézières e sviluppato in Italia dal suo alunno Philippe E. Souchard sul nome di Rieducazione Posturale Globale o metodo del “campo chiuso”.

 

I benefici dello stretching interessano:

le articolazioni : rallenta la calcificazione del tessuto connettivo e la progressione dell’artrosi.
il sistema tendino muscolare : aumenta l’elasticità e la flessibilità dei muscoli e tendini quindi la capacità di movimento, migliora il metabolismo del tessuto muscolare quindi miglior contrazione muscolare e forza muscolare e meno fatica muscolare. Utile metodo di prevenzione dei traumi muscolari e articolari.
Il sistema cardio respiratorio : favorisce la circolazione, diminuisce la pressione arteriosa e aumenta la capacità polmonare.
Il sistema nervoso : favorisce la coordinazione dei movimenti, rilassa e sviluppa la consapevolezza di sé.

 

COSA PUÒ CURARE LO STRETCHING?

In terapia, lo stretching viene utilizzato per ristabilire e mantenere la funzione normale del sistema muscolo tendineo e la mobilità articolare; quindi può essere applicato per trattare quadri clinici di dolore e squilibri muscolari e disturbi della coordinazione del sistema neuromuscolare.
Nelle lesioni muscolari, lo stretching si applica dopo la fase acuta d’immobilizzazione.
La terapia migliore del crampo muscolare è lo stretching.

Dopo la fase di guarigione d’una frattura o d’ un intervento ortopedico seguito d’ immobilizzazione, lo stretching è una terapia indispensabile per recuperare l’articolarità delle articolazioni giacenti alla frattura.
Lo stretching dei tendini flessori della mano può evitare l’intervento nel caso di Morbo di Dupuytren.

Nelle ustioni e traumi con ferite complicate, lo stretching eseguito quotidianamente, associato a bendaggi compressivi evita la rigidità dovuto ad una formazione eccessiva di connettivo durante la fase di cicatrizzazione.
In caso di infiammazione, lo stretching sarà molto leggere nella fase acuta poi più intense, una volta superata la fase iniziale iperalgica. La capsulite retrattile è una di queste indicazioni.
Per evitare, la sostituzione delle fibre elastiche da connettivo fibroso che non è flessibile, lo stretching sarà sempre iniziato il più presto possibile. In assenza di terapia precoce e di conseguente fibrosi dei tessuti la restituzione della mobilità dovrà aver ricorso all’artroplastica ortopedica.
Lo stretching incontra successo nella cura del gomito del tennista con esercizi domiciliari due volte al dì.

La rachialgia cronica con rigidità della muscolatura paravertebrale è una buona indicazione dello stretching in assenza di ernia discale che è una contro-indicazione per motivo di iperpressione intervertebrale durante la postura.
Lo stretching applicato nella sindrome del Tunnel Carpale evita l’intervento nel 50% dei casi.

 

CI SONO DELLE CONTROINDICAZIONI ?

Le contro-indicazioni allo stretching sono :
–  ipermobilità
– anchilosi articolare totale
– compressione nervosa per esempio in caso di ernia del disco intervertebrale
– angiopatia
– osteoporosi
– traumi acuti
– infiammazione articolare
– interventi chirurgici recenti

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Dott. Michel Mallard
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